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Viaggiare sicuri, l’app per gli italiani all’estero
L’Unità di Crisi della Farnesina ha lanciato a tal proposito un’app da viaggio rivolta a tutte le persone che sono in procinto di partire per l’estero o vi si trovano già. In vista delle vacanze estive, Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina, ha presentato le novità riguardanti le nuove vesti dei portali dell’Unità di Crisi, viaggiaresicuri.it e dovesiamonelmondo.it, puntando l’attenzione soprattutto sulla nuova app sviluppata per tutti gli italiani in viaggio nel mondo.
Sul portale viaggiaresicuri.it è possibile consultare i profili costantemente aggiornati di tutti i Paesi, accedendo a dati quali informazioni generali, mobilità, situazione sanitaria, sicurezza, cautele da adottare; il portale dovesiamonelmondo.it dà al viaggiatore l’opportunità di segnalare il proprio itinerario di viaggio e i propri riferimenti, affinché possano essere messi in atto eventuali interventi in caso di emergenza.
Viaggiare sicuri nel mondo
L’innovativa applicazione, consultabile su telefono e tablet previa registrazione, integra i servizi dei due portali, permette ai viaggiatori di registrare la propria posizione geografica e di ricevere notifiche durante gli spostamenti nelle zone più a rischio. Fondamentale anche la funzione che consente al turista di far sapere che sta bene durante un pericolo. L’app è stata quindi creata per rendere ancora più immediati gli strumenti che l’Unita di Crisi della Farnesina mette a disposizione.
La tecnologia ci permette di essere molto più efficaci e raggiungere le regioni più remote del globo per prevenire situazioni di crisi o pianificare interventi di soccorso e tutelare gli interessi degli italiani.
Ciascun viaggiatore può usare gli stessi strumenti dei siti “Viaggiare sicuri” e “Dove siamo nel mondo”, e in più sfruttare gli aggiornamenti tecnologici importanti implementati nell’applicazione. Usando il security check, l’utente che si è geolocalizzato in un paese straniero può comunicare alla Farnesina la propria incolumità e di non essere stato coinvolto nell’emergenza. Segnalando la propria presenza in un luogo specifico, è possibile inoltre ricevere notifiche push con informazioni importanti qualora dovessero verificarsi improvvise situazioni di pericolo. Il capo dell’Unità di Crisi Stefano Verrecchia ha spiegato come l’app si avvalga di risorse avanzate di mappatura globale: attraverso la geolocalizzazione, il viaggiatore può ottenere e fornire una serie di informazioni di fondamentale importanza in caso di crisi inaspettate. E questo a prescindere dal luogo nel mondo in cui si verificano.
Al security check si aggiunge poi la Crisis room virtuale, una sala operativa allargata dell’Unità di Crisi: sempre attraverso l’applicazione ci si può collegare e intrattenere un dialogo in tempo reale con le ambasciate di una determinata area di crisi e raccogliere informazioni derivanti dalla collaborazione con altri enti come Enac, Oms e Aci.
Farnesina, 35 anni di attività
Tutte queste attività sono ovviamente affiancate come sempre dal grande lavoro dell’Unità di Crisi che vanta ormai 34 anni di impegno costante con cui ogni anno sono stati seguiti 500 casi colpiti da attentati terroristici, calamità naturali, crisi socio-politiche, emergenze sanitarie. Il fatto che il pubblico conosca questi strumenti è di primaria importanza, soprattutto in un periodo che sta per essere interessato da grandi flussi turistici e una significativa presenza di italiani all’estero. I portali e la nuova app si rivelano strumenti necessari per far sì che la Farnesina possa pianificare eventuali azioni di soccorso e intervenire in modo sempre più puntuale.
Una delle novità di maggiore interesse riguarda la collaborazione con realtà come università, associazioni e ong, assumendosi il compito di “fornire alla Farnesina i dati di tutti i cooperanti o gli studenti in partenza, per superare la resistenza dei singoli a registrarsi”. Dei servizi appositi sono infatti stati creati per “imprese, organizzazioni non governative, cooperanti”: queste persone non dovranno più registrarsi individualmente, ma sarà il loro ente di riferimento a inserire i dati dei loro collaboratori e dipendenti pronti a partire per l’estero.
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