Immuni, app per tracciare i contagi da COVID-19
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Immuni, l’app per tracciare e contenere i contagi da coronavirus

Giovedì 16 aprile 2020 è stata resa ufficiale la scelta dell’app utilizzata per tracciare i contagi da coronavirus. A firmare l’ordinanza Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza sanitaria in corso. Scopo dell’applicazione è quello di eseguire il cosiddetto contact tracing al fine di arginare la diffusione del virus nel nostro Paese.

Il nome scelto per l’applicazione è “Immuni” e l’azienda sviluppatrice, in collaborazione con il Centro Medico Santagostino (CMS), è la milanese Bending Spoons, ben nota nel mercato delle app. La piattaforma potrà rivelarsi fondamentale per la ripartenza, sarà infatti impiegata per il tracciamento degli spostamenti delle persone durante la fase 2 che partirà il 4 maggio.

Immuni è al centro di numerosi dibattiti per quanto concerne la questione della privacy, ma è importante ricordare il motivo per cui è stata sviluppata. Cerchiamo, allora, di capire insieme cos’è, come funziona nello specifico e come scaricarla.

Immuni, cos’è e come funziona

Per quanto le informazioni in merito all’applicazione non siano ancora esaustive, possiamo affermare che il funzionamento dell’app Immuni si basa essenzialmente su due parti:

  • contact tracing: il tracciamento dei contatti avviene mediante tecnologia Bluetooth (BLE), la stessa alla quale stanno lavorando Google e Apple;
  • diario clinico: si tratta di una sorta di registro in cui vengono memorizzate e aggiornate le informazioni relative al proprio stato di salute. Così facendo, è possibile comunicare l’eventuale comparsa di sintomi da coronavirus.

Stando a quanto appreso finora, Immuni doveva funzionare nel seguente modo: i dati restavano conservati sullo smartphone dell’utente, a cui veniva associato un codice identificativo unico e anonimo (ID) che veniva poi captato dai dispositivi vicini (entro qualche metro) mediante Bluetooth Low Energy (BLE). Se il proprietario di un dispositivo aveva comunicato di essere positivo al COVID-19, il sistema doveva intervenire inviando un avviso a tutti coloro che erano stati in contatto con lui nei giorni precedenti.

Fase 2 della quarantena e app Immuni

Com’è ovvio che sia, ogni grande invenzione porta con sé una buone dose di sostegno e scetticismo. Il Governo è fermamente convinto che Immuni possa fungere da antidoto per evitare che in autunno l’Italia ricada nella seconda ondata di contagi; tra i detrattori, invece, vi sono quelli che accusano l’app di contribuire a diffondere dati sensibili. Ecco spiegato il motivo per cui nell’ultimo discorso che il Presidente del Consiglio Conte ha fatto alla nazione non si è assolutamente parlato dell’applicazione in questione.

Come mai, quindi, si sta ritardando il lancio di una fase 2 con meno restrizioni? A spiegarcelo è la Repubblica:

L’app che doveva ridarci la libertà di movimento è scomparsa dal radar perché dietro le quinte è in corso una discussione dagli esiti imprevedibili all’interno del governo, fra i ministri, fra le diverse task force. Un dibattito che per ora ha bloccato lo sviluppo dell’app e che è il motivo per il quale la Fase 2 non è ancora davvero iniziata. Perché adesso è ancora più chiaro a tutti che senza una app che ricostruisca subito i contatti di chi scopre di essere positivo, consentendo test mirati e quarantena dei singoli, qualunque vero alleggerimento delle misure collettive di isolamento sociale equivale alla certezza di nuovi focolai e nuove emergenze“.

Immuni, come scaricarla e da quando sarà possibile farlo

Scaricare Immuni sarà una scelta volontaria, ciò significa che nessuno sarà obbligato a farlo. Sarà disponibile gratuitamente sugli store online (Play Store e Apple Store) e nella fase iniziale sarà testata in alcune regioni. Da quando sarà possibile scaricarla? Molto probabilmente dal mese di maggio. Non resta che attendere ulteriori aggiornamenti per comprendere i piani del governo.

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