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Crittografia end-to-end, Unione Europea vuole richiedere accesso alle chat
La crittografia end-to-end alla base di numerose app di messaggistica istantanea potrebbe essere minata da una proposta presentata dal Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea sulla scia degli attentati terroristici in Austria. Ad annunciarlo l’emittente radiotelevisiva ORF, che è entrata in possesso di una copia di un documento interno del Consiglio dell’UE datato 6 novembre.
Come già anticipato, il bersaglio della proposta è la crittografia end-to-end. Nel documento, infatti, viene ribadita la necessità per le autorità competenti di avere “accesso ai dati nel rispetto delle leggi e in maniera mirata“: si parla in particolar modo di “soluzioni tecniche per ottenere l’accesso ai dati crittografati“, ma non sono specificate le modalità attraverso cui questo avverebbe.
Indice dei contenuti
Cifratura dei dati e crittografia end-to-end
Per l’Unione Europea due sono gli ostacoli citati all’interno del documento: la cifratura dei dati e la crittografia end-to-end.
- Cifratura dei dati: protegge i dati salvati sui nostri smartphone moderni, per esempio quelli che è possibile visualizzare solo con codici e password di sblocco.
- Crittografia end-to-end: questo tipo di cifratura impedisce che occhi e orecchie indiscreti (sia delle forze dell’ordine sia delle aziende in generale) possano ottenere informazioni ascoltando le nostre chiamate o leggendo i nostri messaggi. La crittografia end-to-end è usata da app come WhatsApp e Signal, ma anche nelle chat segrete di Messenger e Telegram.
Garantire la sicurezza degli Stati membri
L’obiettivo del Consiglio Europeo è quello di garantire la sicurezza di ogni Stato facente parte dell’UE. Secondo quanto indicato nel documento, il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea vorrebbe obbligare gli operatori di piattaforme di messaggistica istantanea che utilizzano la crittografia end-to-end a permettere l’accesso alle chat private attraverso la creazione di una master key.
Cosa si intende nello specifico? Che attraverso l’ottenimento di apposite chiavi di decrittazione, i servizi di intelligence potranno accedere alle chat ritenute sospette.
Problemi per WhatsApp e app simili
Se l’Unione Europea dovesse approvare questa proposta, anche altri Paesi si sentiranno legittimati a prendere la medesima decisione, creando un bel po’ di problemi alle piattaforme di messaggistica istantanea come WhatsApp che sarebbero costrette ad adottare strategie diverse a seconda della nazionalità dei loro utenti. Quelli che utilizzano le app per chattare non abitano, infatti, non solo in Europa, quindi per loro non potrebbe essere applicata la medesima legislazione.
Quello che emerge chiaramente è che gli hacker potranno individuare più facilmente una via attraverso la quale entrare in possesso delle informazioni condivise dagli utenti. Insomma, per quanto nella proposta sia sottolineata l’importanza della tutela dei diritti fondamentali e della sicurezza informatica dei dispositivi, appare quanto mai utopico che tale rispetto possa essere garantito se l’intento è quello di accedere alle chat private di milioni di persone. Non ci resta che seguire gli sviluppi di questa vicenda alquanto complessa.
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