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Apple riduce la produzione di Vision Pro per scarsa domanda
Stime pressoché dimezzate secondo il noto analista Ming-Chi Kuo
Secondo il noto analista Ming-Chi Kuo, Apple avrebbe ridotto il volume della produzione di Vision Pro per via di una domanda inferiore alle aspettative, ancor prima dello sbarco del visore di realtà mista al di fuori del mercato statunitense. Vengono anche snocciolati numeri, naturalmente tutti da confermare: dalle iniziali 700.000 – 800.000 unità previste, ora il brand californiano avrebbe abbassato le pretese a circa la metà, ovvero 400.000 – 450.000 unità. Al contempo, sembra slittare l’uscita di un secondo modello a non prima del 2026.
Ming-Chi Kuo, solitamente bene informato, cita fonti personali vicine alle aziende manifatturiere con un approfondimento sul proprio blog su Medium, affermando come Apple avrebbe già scelto di ridimensionare il volume di produzione di Vision Pro fino alla metà. La scelta di agire subito e in modo repentino sarebbe sinonimo di un interesse calato in modo netto a breve distanza dal lancio che è avvenuto lo scorso 2 febbraio soltanto sul mercato statunitense. Nei primi giorni è stato un fuoco d’artificio di anteprime e di video di creator e influencer che hanno sospinto l’interesse sulla novità, ma a distanza di due mesi e mezzo è sopraggiunta una certa quiete. Quali sono le cause delle vendite non spumeggianti di Vision Pro? Servirà ancora tempo per raccogliere i motivi definitivi, ma di sicuro un prezzo di partenza di 3500 dollari, recensioni non così entusiaste e problemi dovuti a peso e qualche fastidio dopo l’uso prolungato non hanno aiutato.
Tim Cook ha confermato che il visore uscirà entro la fine dell’anno in corso anche in Cina, mentre l’Italia sembra essere in terza fascia, visto che in Europa (zona euro) dovrebbe prima debuttare in Francia e Germania. Collateralmente, Kuo anticipa che il secondo modello di Vision Pro più economico e con hardware più semplice atteso in origine per il 2025 si farà attendere più a lungo per ottimizzare alcuni dettagli e uscire con un prodotto più conforme ai primi feedback.
Fonte: Wired.it
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