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App spione: perché il nostro smartphone non è al sicuro
Che il nostro smartphone non sia al sicuro è ormai un dato di fatto. Sul nostro cellulare sono, infatti, installate delle app spione che possono potenzialmente accedere ai nostri dati, e a confermarlo è un’inchiesta condotta dal New York Times. Secondo questa indagine, tra i big data più raccolti ci sono senza dubbio quelli relativi alla geolocalizzazione.
A questo punto delle domande sorgono spontanee: chi raccoglie queste informazioni? A chi vengono vendute e per quale scopo vengono utilizzate? Le risposte a questi interrogativi sono utili per capire quanto dobbiamo limitare la condivisione dei nostri dati e quali sono le applicazioni che registrano in misura maggiore quelli riguardanti la nostra posizione.
Come avviene la raccolta dei dati
Il numero delle aziende che tracciano i dati è impressionante: nel 2011 erano 150, oggi invece sono più di 7 mila. Tuttavia non è possibile sapere con precisione quali di queste ricevono le informazioni sulla nostra posizione, perché non esiste un regolamento che governi la raccolta di simili dati.
La tecnologia con cui avviene questo processo si basa sugli SDK (Software Development Kit), cioè dei codici precompilati che vengono inseriti all’interno delle app e che hanno la funzione di tracciare i dati degli utenti. Lo sviluppatore degli SDK paga lo sviluppatore dell’applicazione affinché avvenga l’inserimento (per esempio per 1000 utenti al mese il pagamento si aggira sui 20 dollari).
Le informazioni raccolte vengono poi usate per operazioni di marketing, ad esempio per sapere se una persona ha visitato un negozio dopo aver visto sul proprio telefono il relativo annuncio pubblicitario.
Quali app ci spiano di più
A salvare i nostri dati sui loro server non sono solo i colossi che siamo soliti nominare (come Facebook, Amazon, Google e Microsoft), ma anche altre aziende del web, non necessariamente di grandi dimensioni. Tra queste compaiono per esempio quelle che monitorano i cellulari mediante il segnale Bluetooth.
Quali sono le app spione contenenti al loro interno i codici SDK? Soprattutto quelle delle seguenti categorie: divertimento, lifestyle, viaggi e business. Quelle usate per la navigazione e le mappe si collocano al quinto posto. Eppure dovrebbero essere le uniche ad avere realmente la necessità di sapere dove siamo.
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